Il punto di partenza è la Piazza "Castra
Marcelli" di Cancello Scalo (frazione del Comune di S. Felice a Cancello).
Detto nome deriva dall'accampamento del Console Romano Marcello, che,
in queste località, sconfisse Annibale. Nei pressi, più
precisamente in località Piazza Vecchia, sono in corso gli scavi
dell'antichissima Città di "Suessola", da cui prende
il nome la valle comprendente i Comuni di S. Felice a Cancello, Arienzo,
S. Maria a Vico e Cervino.
Suessola fu costruita dal popolo degli Ausoni-Osci molti secoli prima
di Cristo; fu alleata dei Romani e nell'ambito del suo territorio, nel
338 a.C., fu combattuta la terza battaglia tra i Romani e i Sanniti. Rimase
colonia Romana sino alla caduta dell'Impero. Al tempo dei Longobardi appartenne
al Ducato di Benevento. La sua fine avvenne nell'anno 879 d.C., quando
fu distrutta e data alle fiamme dai Saraceni.
Lasciata la piazza, ci si incammina per la salita che porta al "Castello
di Cancello" (mt 212). Il castello, di origine longobarda, in epoca
recente fu un sito di accampamento e di osservatorio delle truppe americane,
impegnate nella seconda guerra mondiale. Seguendo il crinale, si sale
sulla Collina di Cancello, passando per la fontana dell'Acquedotto Vesuviano
(1° punto di rifornimento acqua), che fa giungere l'acqua da Serino
(AV) a Napoli. Siamo alle prime propaggini del "Parco del Partenio",
da dove è possibile osservare un duplice panorama: a destra il
golfo di Napoli, Capri e la pianura Nolana, a sinistra la Valle di Suessola
il Castello di Maddaloni e, più in lontananza, la Reggia di Caserta.
Lungo il percorso si trovano vecchi ruderi di case coloniche, complete
anche di forno all'aperto, tipiche della zona.
Fino a non molto tempo fa, queste colline erano completamente coltivate
ed abitate; sul versante sud è ancora possibile osservare i terrazzamenti
per le coltivazioni; su quello nord, invece, sono presenti, tutt'ora,
in prevalenza, boschi cedui di castagno (loc. "Serra Valle").
Dopo una repentina discesa da quota 487 a quota 315, si raggiunge il rudere
della "Cappella di S. Angelo a Palombara", attualmente deturpato
dall'adiacenza di uno stabile in ristrutturazione. Ai tempi degli antichi
pellegrinaggi, la Cappella era un punto di riposo, a metà strada
tra San Felice ed il Santuario di S. Angelo a Palombara.
Dalla Cappella, lungo una irta salita, si raggiunge il "Santuario
di S. Angelo a Palombara" (mt. 550), dedicato all'Arcangelo S. Michele,
che si erge quasi a nido d'aquila sullo sperone che domina S. Felice a
Cancello.
Esso, costruito molto tempo prima dell'anno 1000, appartenne ai Padri
Benedettini di S. Sofia di Benevento e fu elevato fino al titolo di Badia.
A circa 100 mt dal Santuario si trova una sorgente (2° punto di rifornimento
acqua).
Salendo lungo una mulattiera, si raggiunge Monte S. Angelo (mt. 676),
cima più alta dell'escursione. Sul crinale si trovava un insediamento
Sannita ed è possibile osservare i resti di alcune tombe di quell'epoca.
Dopo un bel tratto di crinale, da cui si ammira sempre un bellissimo panorama,
si attraversano le località "Varamonte" e "Trincione",
fino a raggiungere la piana di "M. Fellino" (mt. 668). Il Monte
Fellino è a strapiombo sui Comuni di Roccarainola e Cicciano (NA).
Da questo punto è possibile osservare tutta la catena montuosa
del Partenio che, attraverso la sua cima più alta ("M.te Avella"
- mt. 1600), raggiunge il Santuario di Montevergine, meta di antichi pellegrinaggi
degli abitanti di S. Felice. Attualmente, grazie all'impegno dell'Associazione
POLIS di S. Felice a Cancello, è stata ripristinata questa vecchia
consuetudine. Scendendo fino a quota 422 mt., si giunge al "Vado
di Carpine", valico usato dagli antichi romani per raggiungere Nola
dall'Appia. Attraverso la discesa per la strada asfaltata si giunge in
loc. "S. Marzano" (mt. 390), ove anticamente esisteva un piccolo
villaggio e una sorgente attualmente essiccata. S. Marzano era un punto
di ristoro per chi doveva raggiungere l'agro Nolano attraverso il Vado
di Carpine.
All'incrocio di S. Marzano, invece di proseguire per la discesa, si svolta
per lo stradello a destra che, attraverso un percorso per la maggior parte
pianeggiante, a mezza costa, conduce al "Castello di Arienzo"
(mt. 430). Il castello si trova in cima al "Monte Castello",
sul cui crinale vi è il confine tra i comuni di S. Felice a Cancello
ed Arienzo.
Le specie arboree prevalenti sono il Pino nero ed il Pino d'Aleppo
da rimboschimento. E' possibile ammirare un vasto panorama su tutta
la Valle di Suessola. Il castello di Arienzo fu fatto costruire
nell'anno 880 d. C. dal Principe "Landulfo Suessolano",
a seguito della distruzione della Città di Suessola, per
trovare riparo dalle continue rapine e scorrerie in tutta la valle.
Il castello divenne così la città fortificata dei
suessolani, chiamata anche "Vecchio Arienzo". Oggi è
ridotto allo stato di pochi ruderi, ma se ne può facilmente
immaginare l'antica maestosità.
Lasciato Monte Castello, si discende per il percorso sopra la Loc. Talanico,
fino a raggiungere il sentiero dell'acquedotto, detto "Traforo".
Dopo poche centinaia di metri si raggiunge loc. "Peschiera",
dove si trova una fontana (3° punto di rifornimento acqua). In questo
punto si può effettuare la sosta per rifocillarsi e riposarsi.
Il percorso del ritorno a Cancello, da questo momento, è sempre
pianeggiante, a mezza costa, con una quota media di mt. 250. Ci si può
rinfrancare all'ombra di boschi di castagno e noccioletti da coltivazione.
Questo percorso, per le sue particolari caratteristiche (pianeggiante
ed ombreggiato), è molto praticato dagli amanti della corsa campestre.
Incontrando di nuovo il Castello di Cancello, scendendo dalla collina,
si ritorna al punto di partenza (Piazza Castra Marcelli).
A CURA DEL RESPONSABILE SEZIONE NATURALISTICA: ANGELO
DI ROSA
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