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Città
di Angera
Storia
STORIA
Preistoria
Angera romana
Il medioevo
L'età dei Borromei
Dal settecento al novecento
Preistoria
Le recenti ricerche
archeologiche hanno appurato la presenza dell'uomo nelle terre angeresi
fin dalle epoche più antiche. Subito dopo il ritiro dei ghiacci
è testimoniato un insediamento umano della fine dell'età
paleolitica all'antro mitriaco. Il successivo periodo mesolitico
(8000-7000 a.C.) è sempre documentato all'antro mitriaco
e alla località Baranzini: gli abitatori dell'antro e delle
rive del lago erano prevalentemente cacciatori, ma con una successiva
tendenza ad affiancare all'attività di caccia e pesca quella
dell'allevamento di animali domestici (bovini e suini). Al periodo
neolitico fa seguito la cultura eneolitica con l'introduzione del
vaso campaniforme; le testimonianze di presenze umane nell'età
del ferro e in epoca protostorica si fanno sempre più frequenti.
Angera romana
Notevole fu lo
sviluppo dell'insediamento in età romana. Da piccolo centro
rurale in epoca celtica, l'abitato si sviluppa grazie ai commerci
che si svolgono sul Verbano: la denominazione altomedievale della
località, "Stazzona", sta a sottolineare l'importanza
del luogo come "Statio", cioè sosta di un itinerario
stradale e lacuale. Proprio in riva al lago la cittadina si dà
un regolare assetto urbanistico, caratterizzato da strade parallele
con la divisione dei nuclei abitativi in "insulae", grossomodo
coincidenti con la struttura urbana attuale. Dalla zona sepolcrare,
posta a sud-est dell'abitato, ci provengono materiali e oggetti
dei corredi tombali che testimoniano la floridezza del centro rurale
nel I sec.d.C. Dal materiale lapideo ritrovato in Angera si può
tracciare un quadro dei culti prevalenti in epoca romana. Alle iscrizioni
dedicatorie a divinità popolari del mondo rurale, si riscontrano
anche culti molto più rari nelle nostre terre, come quelli
di Mitra e di Iside.Il medioevoStazzona, come ormai veniva denominata
la località, non diminuì la propria importanza nell'alto
medioevo. Sede di una circoscrizione plebana, vide il rifiorire
dei traffici commerciali. E' in quest'epoca che accanto al castello
del borgo sorge, o viene ripristinato, un punto fortificato sopra
l'abitato in posizione dominante: la rocca di Angera, che prende
sempre più parte attiva nelle vicende del territorio, diventando
una base non solo economica e giurisdizionale, ma anche strategica
degli arcivescovi milanesi. La presenza arcivescovile in Angera
e le successive lotte per il predominio del potere su Milano, fanno
assurgere il borgo ed il territorio angerese a notevole importanza
per tutti i sec.XIII-XIV. Nel trecento, alla giurisdizione arcivescovile
, gradatamente subentra quella viscontea: oltre all'acquisizione
ormai definitiva della rocca, nel 1397 l'imperatore Venceslao erige
Angera in contea a favore di Gian Galeazzo Visconti, il quale, subito
dopo, ricostituisce il capitaneato di Angera.
L'età dei Borromei
Angera alla metà
del sec.XV aveva perso quell'importanza politico-economica del secoli
precedenti a favore della dirimpettaia Arona. Nel 1449 il governo
della Repubblica Ambrosiana investe Angera e il suo territorio a
Vitaliano Borromeo , tesoriere ducale; i lavori che i Borromeo intraprendono
per fortificare il borgo e la rocca di Arona testimoniano come il
centro principale del basso Verbano veniva sempre più ad
essere Arona. Ciò nondimeno Angera riceve per tutto il quattrocento
immunità e privilegi da parte degli Sforza. Nel 1496 lo Sforza
istituisce il capitaneato del lago Maggiore con sede in Angera e
concede alla città di tenere un mercato settimanale al lunedì
e due fiere annuali con la riduzione dei dazi. E' comunque la famiglia
Borromeo a creare una egemonica potenza economico-territoriale su
tutto il Verbano. Solo sul finire del sec.XVI la comunità
si liberò dalla loro giurisdizione a seguito della condanna
del conte Giovanni Battista Borromeo. La confisca dei beni angeresi
si manterrà fino al 1623,quando Filippo IV di Spagna ripristinerà
i Borromeo, investendo il cardinal Federico Borromeo della terra
d'Angera.
Dal settecento
al novecento
Con il trattato di Worms del 1743 la sponda occidentale del lago
Maggiore passò al Piemonte, creando non pochi problemi ai
commerci che si svolgevano tra i paesi rivieraschi. Anche Angera
soffrì di questa situazione ed il conseguente ripristino
del mercato settimanale non diede particolari benefici. Ancora agli
inizi dell'ottocento il borgo, che contava circa 1800 abitanti,
risentiva della crisi dei commerci. Nel 1820 venne costruito il
porto, che diede la possibilità di ridare alla città
quella preminenza commerciale che l'aveva caratterizzata nei secoli
precedenti. Alla creazione del porto seguirà nel 1826 l'introduzione
del primo battello a vapore sul Verbano. L'avvento della ferrovia
interesserà solo incidentalmente il territorio angerese.
Infatti l'apertura nel 1882 della linea Pino-Novara fisserà
la stazione ferroviaria nel limitrofo comune di Taino. Ai rinnovati
commerci e alle attività imprenditoriali del primo novecento,
come la produzione di acquavite dei Rossi, fanno riscontro innovazioni
nelle infrastrutture cittadine e nei servizi. Superati i difficili
momenti della guerra, Angera riprende vigore con nuove iniziative
economiche e sociali; nel 1954 le viene riconosciuto con decreto
presidenziale il titolo di città.
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