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MUSEO ALL'APERTO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
MONTE PIANA

Il Museo all'aperto si raggiunge da Misurina seguendo la via che porta alle Tre Cime di Lavaredo. All'attacco della salita la strada si biforca, a destra le Tre Cime, a sinistra il Monte Piana (ampio parcheggio a pagamento, Lire 1.000/1h). Non è possibile salire in auto, ma esiste un servizio Jeep che porta i visitatori fino al rifugio "Maggiore Bosi" (m. 2205), punto di partenza per la visita la Museo all'aperto.
Nell'estate 2000 il prezzo richiesto è Lire 8.000 per la salita e Lire 5.000 per la discesa.
Per chi vuole cimentarsi a piedi la salita non è impossibile: a passo tranquillo si impiega circa 1.30 h, la strada è asfaltata e panoramica.
Dal rifugio parte il sentiero (l'altitudine massima durante il percorso è di m. 2325) che percorre le due parti della montagna, il Monte Piana (postazioni italiane) e il Monte Piano (postazione austriache), collegate dalla Forcella dei Castrati.

Vista dal Monte Piana della Forcella e del Monte Piano
Su entrambe corrono le trincee scavate nella poca terra e nella roccia bianca, e tutta la superficie è costellata da buche di Schrapnel.

I lavori di ristrutturazione sono stati compiuti dal gruppo "Amici delle Dolomiti", che ha preparato il sentiero storico e ricostruito le trincee negli anni 1977/1981.
All'interno delle trincee sono visitabili punti di ossevazione, ricoveri con i resti del legno e del cartone catramato delle coperture, postazioni di artiglieria, e ciò che resta dell'organizzazione (teleferiche, linee elettriche, cucine da campo ecc.).
Nelle buche e nelle trincee si trovano ancora i resti della vita dei soldati, come le latte di cibo (arrugginite ma ancora riconoscibili) e il vetro verde delle bottiglie. A volte resti di suole o elementi in ferro di fibbie e cinture. Il filo spinato abbonda, ormai ruggine spunta ovunque ed è necessario fare attenzione a dove si cammina.


Da sottolineare le differenze costruttive tra i due lati, in particolare le trincee: quelle italiane sono appena incise nel terreno mentre quelle austriache sono profonde e i "sacchi" (reti metalliche riempite di sassi) reggono ancora i lati. Durante il percorso si incontrano alcune gallerie. In particolare:
- la galleria italiana di attacco (circa all'altezza della forcella),
- la galleria italiana di mina (lato destro del settore nord, costruita per raggiungere le postazioni austriache avanzate e farle saltare).
- la galleria dei Kaiserjaeger, lunga 270 metri, era illuminata elettricamente ed era l'accesso coperto alle postazione austriache. Era munita di binario per il trasporto ed è ancora visibile il carrello all'imboccatura. Vi si accede tramite un sentiero che scende qualche metro sullo strapiombo
(solo con passo sicuro).

Trincea con galleria che porta ad un punto di osservazione

Scalinata, postazioni lato austriaco
Alcune soluzioni sono igegnose: queste scale (foto a sinistra) portano ai resti delle postazioni di comando austriache (le macerie sono originali), che sono state costruite in legno e appese sotto una volta di roccia.
La Croce di Dobbiaco (foto sotto) è posizionata all'estremità del settore austriaco, sullo strapiombo roccioso, ed è il punto più panoramico dal quale si gode lo spettacolo del Lago di Landro.

Croce "Dobbiaco"

La visita è di grande interesse storico e naturalistico (si trovano anche le stelle alpine, ma non si possono raccogliere !) ed è necessario riservare un'intera giornata per visitare almeno i luoghi principali.

Camminamento lato austriaco
   

Postazione artiglieria

Carrello Galleria Kaiserjaeger
Testi, fotografie e realizzazione: Serenella Saccon